10 cose da vedere in Cilento

Il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, a sud della città di Salerno, è considerato il secondo per estensione in tutta Italia. Vanta, infatti, di una superficie di ben 24000 chilometri quadrati, su un territorio vastissimo che spazia tra i 100 km di costa tirrenica, fino a prolungarsi nell’entroterra, ai confini con la Basilicata, nella bellissima area del Vallo di Diano. L’etimologia del nome deriverebbe dal latino cis – alentum, ossia al di qua del fiume Alento, uno dei principali fiumi che attraversa parte dell’area. È riconosciuto come patrimonio Unesco, soprattutto grazie alla l’alto livello di diversità biologica, fortemente legata alla grande varietà geomorfologica e climatica.

Il Cilento è un mondo tutto da scoprire, fatto di piccoli borghi, spiagge incantevoli e buon cibo. In questo territorio, non a caso, nasce la famosa dieta mediterranea, grazie al medico e biologo americano Ancel Keys, che ebbe modo di soggiornare presso il piccolo villaggio Cilentano di Pollica negli anni 50 del '900.Fu qui che ebbe modo di concepire uno stile di vita ed un regime alimentare in linea con quello locale, basato su prodotti freschi, genuini e sani, elaborando la celebre "piramide alimentare".  Numerose sono le sagre, gli eventi e le tradizioni legate alla buona cucina, così come le feste religiose e patronali che animano i vari borghi, soprattutto durante i mesi estivi. In questo periodo molti turisti decidono di trascorrere le loro vacanze in un vero e proprio angolo di paradiso. Nel Cilento il tempo sembra essersi fermato e scandito ai ritmi lenti, piacevoli e rilassati, estremamente lontani dallo stress e dal tran tran di tutti i giorni. 

Scavi archeologici ai Elea-Velia

Elaea Velia

La città di Elea rappresenta una delle attrazioni culturali più importanti del Cilento. Era un antico centro della Magna Grecia localizzato nell’odierno comune di Ascea Marina (Sa). Fondata nel VI secolo dai Focei, navigatori e mercanti di origine greca, acquisì presto grande fame per la bellezza dei luoghi, la prosperità dei commerci e, soprattutto, per la presenza della famosissima “Scuola Eleatica”, un’accademia filosofica con forti connotazioni mediche, fondata dai celebri filosofi Parmenide e Zenone. Divenuta colonia romana nel I secolo a.C., la città viene denominata Velia e conserverà il diritto di battere moneta propria, così come quello di mantenere lingua, usi e costumi di stampo greco. Sotto l’imperatore Augusto visse un periodo di notevole splendore, quando vengono costruiti edifici pubblici, complessi termali e numerose ville d’otia o rustiche, legate alla produzione agricola ed al commercio. A seguito di un insabbiamento dei porti e della costruzione della via Popilia, che agevolerà il passaggio verso l’entroterra del Vallo di Diano, il sito subirà un decisivo impoverimento. Nella prima età cristiana sopravviverà soltanto la zona dell’acropoli, dove verrà fondato un nucleo abitativo ed una torre (tutt’oggi presente) legata alla difesa del fronte del mare contro gli attacchi dei saraceni. La visita al sito di Velia inizia dalla parte bassa, nel quartiere meridionale, dove è ancora visibile l’antica strada lastricata, l’edificio termale con il bel mosaico pavimentale ed un complesso monumentale legato al dio della medicina Asklepios. Il passaggio al quartiere settentrionale, che avviene attraverso una breve ma ripida salita, è caratterizzato dalla presenza della splendida Porta Rosa, una struttura a volta in pietra, con arco a tutto sesto, databile alla fine del IV secolo a.C. Nella zona alta (la cosiddetta acropoli), oltre ai resti è da segnalare il bellissimo teatro antico e la torre medioevale, da cui è possibile godere di una splendida vista mozzafiato che spazia da punta Licosa fino a Capo Palinuro.

La Certosa di Padula

Certosa di Padula

Dichiarata patrimonio UNESCO nel 1998, è la Certosa più grande d’Italia, grazie all’immenso chiostro grande che occupa una superficie di oltre 12000 metri quadri. Fondata nel 1306 da Tommaso Sanseverino, Conte di Marsico e connestabile del re Roberto d’Angiò, concesse ai Certosini l’ordine monastico appena edificato. Quella di Padula fu la seconda Certosa costruita sul territorio italiano, poco tempo dopo la fondazione di Serra San Bruno, in Calabria, voluta dallo stesso padre fondatore dell’ordine religioso, San Brunone.
La struttura della Certosa richiama, con i suoi ambienti e i chiostri esterni, la forma della graticola, a memoria dello strumento di martirio legato alla figura di San Lorenzo. Il complesso si snoda in vari ambienti, a cominciare dalla casa bassa, con annessa spezieria e ambienti di servizio. Tali spazi erano utilizzati dai conversi, i laici che si occupavano principalmente dei lavori manuali e degli aspetti più pratici legati alla vita del monastero. Dalla casa bassa si accede alla casa alta, luogo frequentato quasi esclusivamente dai padri, che rispettavano una rigorosa clausura. Nella casa alta è presente l’antica chiesa, con portale trecentesco in legno di cedro del Libano, il chiostro antico, il refettorio con la bellissima cucina in maiolica, ed il chiostro grande con le varie celle e il quarto del priore. A completamento la bellissima scala ellittica, a doppia rampa, opera di straordinaria grandiosità che unisce i due livelli del chiostro grande.
L’intero complesso è un trionfo di tesori artistici, che spaziano in un periodo di oltre Settecento anni, fino alla completa soppressione dell’ordine, avvenuto dopo l’Unità d’Italia.

Palinuro e le sue Grotte

Plainuro

Leggendariamente collegato al nocchiero di Enea Palinuro, questa incantevole località del Cilento è celebre per le sue meravigliose grotte, le spiagge e i piccoli anfratti, da osservare principalmente dal mare, magari con una bella gita in barca che organizzano le varie cooperative e compagnie locali.
La Grotta azzurra è la cavità più nota di tutto il complesso di grotte della zona di Capo Palinuro. Il suo nome deriva dal singolare effetto prodotto dal colore azzurro che, provenendo dal fondale marino, illumina tutto l’ambiente interno, rendendolo particolarmente suggestivo. Questo effetto è generato da un sidone subacqueo, che fa penetrare la luce del sole dal fondo della grotta, sbucando dal lato opposto di punta della Quaglia. Sul lato sud della costa di Palinuro si incontrano altri promontori, cavità ed archi naturali, come “l’Architiello”, vero e proprio spettacolo della natura generatosi per l’erosione naturale della roccia causata dal vento e dalla salsedine. Proseguendo si incontra, ancora, il famoso “scoglio del coniglio”, la cui forma, vista nella giusta prospettiva, ricorda appunto l’omonimo animale. Degna di nota è sicuramente la Baia del Buon dormire, un anfratto incastonato tra le rocce, di una bellezza indescrivibile ed accessibile solo dal mare. Per chi volesse ammirare le bellezze di Palinuro via terra, non può perdersi i fantastici sentieri e percorsi di trekking, tra cui spicca il sentiero della primula, denominati in questo modo per la presenza della celebre primula di Palinuro, un raro esemplare di primula di colore giallo con l'interno bianco, che fiorisce lungo tutta la costa.

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Il borgo di Castellabate

Castellabate

Nel 2007 è stato dichiarato uno dei borghi più belli d’Italia. Il piccolo borgo di Castellabate è arroccato su una collina, a circa 280 m dal livello del mare. Appena arrivati in paese, già dal belvedere si può godere di uno splendido panorama che spazia dalle colline di Agropoli fino ad arrivare addirittura alla costiera amalfitana e all’isola di Capri. La storia del piccolo borgo nasce con l’abate della Badia di Cava Costabile Gentilcore, che fece costruire una fortificazione per difendere il territorio dai continui assedi dei pirati saraceni. Questo spiegherebbe l’etimologia del nome del borgo, che ha reso celebre l’abate, divenuto successivamente patrono è protettore del borgo.
Il paese è diventato celebre sicuramente per la pellicola “Benvenuti al sud”, commedia italiana di enorme successo girata nel 2009, che ha permesso di mostrare il territorio di Castellabate e l’annessa frazione costiera di Santa Maria, al punto tale da attirare ancora oggi tanti visitatori e curiosi alla scoperta dei lunghi celebri del film, come ad esempio la bella e famosa “piazzetta” dove era ambientato l’ufficio postale.

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Oasi di Morigerati

Oasi Morigerati

L’Oasi di Morigerati si trova nell’omonimo comune, nel basso Cilento. Immersa completamente nella natura, si estende per oltre 607 ettari, in un ambiente ipogeo fluviale formato da gole, grotte e canyon, dove è possibile praticare vari sport quali rafting o torrentismo. Qui il fiume Bussento, che nasce dal piccolo borgo di Caselle in Pittari, sprofonda in un grande inghiottitoio e riappare a pochi km più a sud, dove sorge l'abitato di Morigerati. Tale effetto rappresenta indubbiamente uno dei fenomeni carsici fra i più imponenti e importanti d’Italia.
Lo scopo dell’Oasi, istituita nel 1995 da WWF Italia, è quella di salvaguardare prevalentemente la fauna e tutta la biodiversità del territorio.
All'interno di questo tratto, infatti, sono presenti specie rare e protette. Nelle gole del Bussento nidificano alcune specie di rapaci come il nibbio reale, il gufo ed il falco pellegrino. Una delle più singolari è la cosiddetta "salamandra dagli occhiali", un anfibio endemico del luogo che presenta delle macchie di colore giallo intorno agli occhi. Con un po' di fortuna è possibile incontrare questo simpatico animaletto, così come le varie specie di fauna e flora presenti nel percorso tracciato. Il sentiero, lungo circa 3 km e con un dislivello di circa 150 metri, si snoda lungo il fiume Bussento ed è una meta imperdibile per tutti gli amanti della natura. Il punto di partenza del sentiero e dal centro storico del paese, al quale si arriva percorrendo un tratto che costeggia un ruscello ricco di sorgenti e cascate. È qui che si incontra un antico mulino, attualmente restaurato e funzionante, fino alla grotta dove è visibile il fiume Bussento.

Le Grotte di Castelcivita

Grotte di Castelcivita

Di grandissimo interesse turistico e naturalistico, le grotte di Castelcivita sono situate nel massiccio dei Monti Alburni e sono conosciute anche come grotte di Spartaco. Tale nome deriverebbe dalla fantomatica presenza del noto gladiatore, secondo una leggenda che vede proprio in quel luogo lo scenario di una battaglia tenutasi tra le milizie romane e i ribelli guidati da Spartaco, durante la terza guerra servile. Altri nomi con cui sono conosciute queste cavità sono le grotte del diavolo o Grotte Principe di Piemonte (in onore di Umberto II di Savoia che le visitò alla fine del 1932). Le grotte costituiscono uno dei più estesi sotterranei del meridione italiano. I visitatori potranno scegliere tra diversi percorsi di visita, spaziando da quello turistico a quello speleologico amatoriale. Il primo, percorribile in circa un’ora, si estende oltre 1200 m. Il sistema di cavità sotterranee si presenta come un suggestivo scenario composto da gallerie, inghiottitoi e strettoie formatesi a seguito del fenomeno di erosione carsica della roccia calcarea. Notevole è la presenza di stalattiti e stalagmiti, dalle forme svariate e fantasiose, che si incontrano lungo l’itinerario, sviluppate nel corso dei secoli in enorme quantità in tutta la cavità sotterranea.

Il borgo abbandonato di Roscigno Vecchia

Roscigno Vecchia

Questo piccolo borgo rappresenta un vero e proprio unicum nel suo genere. Il primo centro abitato di cui si ha notizia sorse attorno ad un cenobio benedettino, su cui si sviluppò successivamente un piccolo nucleo di case ed edifici. Attualmente Roscigno è un villaggio "fantasma", poiché fu abbandonato nel secolo scorso, a causa dei continui smottamenti del terreno. Iniziati nel ‘500, costrinsero a spostare più volte l’ubicazione del borgo. Oggi il paese di Roscigno nuova si trova a circa 2 km, mentre il borgo disabitato ha conservato il fascino ed il mistero di un luogo deserto, dove il tempo sembra essersi letteralmente fermato. Roscigno può essere considerata quasi come una "Pompei del Novecento", così come fu definita dal giornalista del Mattino Onorato Volzone, quando nel 1982 scoprì il borgo e promosse una valorizzazione ripresa di un sito dal forte potenziale turistico e culturale. Una volta entrati in questo museo a cielo aperto, infatti, si incontrano edifici molto antichi, come la chiesa di San Nicola, che risale al Settecento, la piazza, la fontana e le antiche abitazioni con le annesse botteghe.
Tra le varie strutture si aggira un solo ed unico abitante "superstite", il signor Giuseppe Spagnuolo, un personaggio singolare e stravagante che non sembra essere intenzionato a lasciare il suo villaggio, a cui si sente fortemente ed indissolubilmente legato.

Acciaroli

Acciaroli

Acciaroli è un piccolo e delizioso borgo marinaro che, insieme a Pioppi, forma il comune di Pollica. Da svariati anni, insieme ad altri borghi cilentani, ottiene le 5 vele di Legambiente e la bandiera blu per la qualità delle sue spiagge e delle acque cristalline. Tale caratteristica è sicuramente il biglietto da visita vincente per fare del borgo una meta turistica, che ha favorito un netto incremento di visitatori, soprattutto nei periodi primaverili ed estivi.
Le spiagge di Acciaroli sono tra le più belle della zona e, non a caso, attrassero nel passato anche personaggi di un certo spessore. Non tutti sanno che il borgo ha ospitato per un tempo il celebre Ernest Hemingway, autore de "Il vecchio e il mare", che scelse questa meta come modello di ispirazione per la stesura di uno dei suoi più celebri romanzi. Fu proprio durante un suo soggiorno, a seguito di un lungo viaggio nel bel paese, che egli ebbe modo di entrare in contatto con la cultura locale, soprattutto quella legata al mondo del mare e dei pescatori. Un ruolo importante fu giocato dal contatto con un pescatore del posto, Antonio Masarone, con il quale strinse una forte amicizia, in cui ebbe modo di ascoltare i racconti e la passione per il mondo del mare che fornirono lo spunto ideale per molti passaggi contenuti all'interno del libro.

Oasi del Fiume Alento

Questa incantevole oasi naturalistica si sviluppa lungo la sponda destra del fiume Alento ed è una meta ideale per chi ama la natura e vuole trascorrere alcune ore in totale relax, circondati dalla costante presenza di verde e di acqua. L'Oasi è classificata come SIC (sito di interesse comunitario), di oltre 3000 ettari. Al suo interno è presente una diga che sbarra il corso del fiume Alento e dà origine ad un vero e proprio lago artificiale lungo quasi 2 chilometri quadrati. Una visita all'oasi permette di usufruire dei numerosi servizi turistici e di intrattenimento offerti dal parco. Dalla visita alla diga, alle passeggiate al cavallo, un'escursione in canoa o in battello, fino alle classiche passeggiate di trekking a tu per tu con le bellezze naturali che il luogo propone. Anche gli amanti dell'avifauna e del birdwatching possono trovare questo sito particolarmente interessante. I mesi estivi sono quelli più indicati per osservare le migrazioni delle numerosissime specie di uccelli, come il Martin Pescatore, il Falco Pellegrino, l'Airone e tanti altri.

Oasi Fiume Alento

Teggiano

Teggiano

Posta a circa 600 metri dal livello del mare, si erge su una collina con affaccio sull'intero Vallo di Diano. Teggiano è conosciuta anche come il paese dalle 13 chiese, a testimonianza dello splendore e del periodo fiorente che visse questo piccolo centro durante il medioevo. Per la vasta offerta artistica, storica e culturale che offre, una visita al borgo può spaziare collegando diversi itinerari di visita.La cattedrale di Santa Maria maggiore, edificata alla fine del XIII secolo per volere di Carlo D'Angiò, è uno straordinario connubio di fede ed arte. Il suo interno ospita numerosi tesori artistici di periodi diversi, come ad esempio le bellissime tombe dei principi Tommaso ed Enrico Sanseverino, realizzate dal famoso scultore Tino da Camaino. Interessante è anche il bel pulpito, frutto del genio di Melchiorre da Montalbano. Degno di nota è sicuramente l’obelisco di San Cono, protettore e patrono di Teggiano. Poco distante dalla piazza principale, si affaccia il bel castello Macchiaroli, un tempo appartenuto alla prestigiosa famiglia dei Sanseverino. Fu proprio all'interno delle sue mura il nobile Antonello Sanseverino tramò la famosissima congiura dei baroni, contro il re di Napoli Ferrante I d’Aragona.
Uno degli eventi più attesi e celebri del luogo è la festa medioevale denominata " Alla tavola della principessa Costanza". Si tratta di una rievocazione storica tra le più belle e curate in Italia. Un evento di tre giorni nella seconda settimana di agosto, che spazia tra spettacoli, fiere e degustazioni di piatti tipici. La manifestazione inizia con la sfilata in costumi d'epoca, a commemorazione del matrimonio avvenuto tra Costanza di Montefeltro, figlia di Federico Conte di Montefeltro e Duca di Urbino e il Principe di Salerno Antonello Sanseverino.

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